Abitiamo quasi sempre in pezzi di città recente, ma non la vediamo. Andiamo a visitare solo i centri storici, capiamo i monumenti antichi. Ma, salvo il nome di poche archistar, non sappiamo nulla di ciò che fanno i viventi, degli sforzi per farci abitare meglio, per lasciare nuovi segni di architettura sul territorio. Non ne conosciamo le ragioni, le disavventure, i protagonisti.
AtlasFor dedica una speciale sezione all’architettura contemporanea, che si vuole attivare per ogni città, con la collaborazione degli Ordini degli Architetti locali e dei progettisti stessi. Infatti per accompagnare la visita e capire meglio i motivi di interesse si vogliono documentare con riproduzioni dei disegni, interviste e foto storiche i luoghi, i progetti, le storie della costruzione e dei rapporti con i committenti e le amministrazioni.
Abbiamo cominciato da Torino, dai parchi e i quartieri a nord all’area di Porta Susa, dal Lingotto a Italia ‘61, dai razionalisti locali alle architetture olimpiche: con una dozzina di schede delle opere recenti più importanti contiamo di essere a circa metà dell’opera.
Falchera
Per 40 anni dopo la guerra i migliori architetti di ogni città hanno progettato case “popolari”, costruendo quartieri che sono stati un modello, purtroppo poco seguito, per fare una periferia ordinata e vivibile.
Qui si prova a unire architettura e disegno urbano, servizi e verde, tradizione costruttiva e forme moderne. AtlasFor segnala oltre 100 quartieri di edilizia popolare che hanno ben segnato negli ultimi decenni le periferie italiane (vedi in archivio: Habitat del ‘900, quartieri residenziali). Per ora sono schede vuote e procederemo a farne schede esaurienti, come per quelle di Torino, contando sull’aiuto delle Agenzie territoriali per la casa locali.
Area Vitali del Parco Dora
La città delle fabbriche lascia il posto a nuovi spazi per abitare, con i capannoni che si trasformano in parchi per il tempo libero, conservando ancora la traccia delle funzioni industriali. Il Parco Dora è uno dei primi e più importanti esperimenti di rigenerazione urbana di Torino.
Palazzo del Lavoro
Il Palazzo del Lavoro ospitò il cuore dell’Esposizione per i 100 anni dell’Unità d’Italia: l’occasione per una dimostrazione nazionale di capacità progettuale innovativa e di realizzazione efficiente. Nei 50 anni successivi l’inventiva si è inaridita e non si è saputa dare una funzione che mantenesse vivo l’edificio, simbolo della ricostruzione postbellica.
Apertura ad architetture rivelate
Oltre 100 importanti architetture di interesse urbano sono state selezionate per tutta Italia e procederemo a farne schede esaurienti come per quelle di Torino. Per loro in Atlas è già stata predisposta la localizzazione, vuota (vedi in archivio: Habitat del ‘900, architetture recenti). Ma non vogliamo raccontare solo le grandi architetture pubbliche: Atlasfor vuole documentare anche le più interessanti opere di architettura degli ultimi 70 anni, indipendentemente dalla loro funzione e committenza.
Con la collaborazione dei progettisti si mettono a disposizione del visitatore i disegni e le foto di cantiere, le interviste e le critiche all’epoca della loro realizzazione.
Si comincia a Torino cercando con una call tra gli architetti disponibili autori di opere già pubblicate o selezionate dalla Fondazione per l’Architettura dell’Ordine degli Architetti con il concorso annuale “Architetture rivelate”.
La collaborazione con Fondazione intende diffondere la conoscenza delle risorse architettoniche del territorio, a partire dagli studi di architettura distinti per la realizzazione di opere di rilevanza nel panorama metropolitano e con un ruolo riconosciuto nel paesaggio urbano. A tali studi l’Associazione LandscapeFor fornirà, attraverso l’Atlante, una vetrina per le loro opere più significative (da loro stessi documentate), inserendole nel quadro di una documentazione del patrimonio culturale e del “paesaggio attivo” che, per l’area di Torino conta ad oggi circa 120 schede, consultabili sul sito https://atlas.landscapefor.eu. Al tempo stesso AtlasFor consente di esporre il meglio degli architetti che pensano di essere parte del “paesaggio attivo” della città, che si potrebbero giovare di una “vetrina” su AtlasFor per segnalare i migliori progetti e rendere accessibili depositi di materiali (raccolti per eventi, studi o pubblicazioni – cartacee o digitali) che avrebbero una nuova visibilità se riproposti sull’atlante.
Questa la selezione operata sui progetti premiati con il riconoscimento “Architetture rivelate”:
2015: Nuovo Museo Ettore Fico (Alex Cepernich, Andrea Busto); Casa Hollywood (Luciano Pia)
2014: Casa del Senato (Studio De Ferrari Architetti)
2013: 25 Verde (Luciano Pia)
2012: Recupero funzionale dell’ex Tobler (Franco Cucchiarati); Parco Dora (Andrea Serra, Simona Covello)
2011: Recupero ex sellerie – Arsenale militare di Torino (Giorgio Comoglio)
2010: Centrale termica di teleriscaldamento (Jean Pierre Buffi, Marianne Buffi, Hugh Dutton Associés); Restauro della lavanderia a vapore di Collegno (Antonio Besso Marcheis)
2009: Isolato ex CEAT (Alberto Rolla, Vittorio Neirotti); Palestra di arrampicata sportiva (Erica Ribetti, Silvia Zanetti)
2008: Hotel Santo Stefano (Gabetti & Isola, Franco Fusari)
2007: Recupero ex stabilimento Carpano – Centro enogastronomico Eataly (Giovanni Bartoli, Negozio Blu, Cristiana Catino)
2006: Molecular Biotechnology Center (Luciano Pia)
2005: Restauro della casa di Monsù Pingon (Federico Degiuli, Franco Fusari); Complesso teatrale ex Fonderie Limone (Franco Fusari, Marina Gariboldi, Sergio Manzone, Giovanni Oggioni, Giulia Sarti)
2004: Centro Commerciale La Certosa Ipermercato Carrefour (Antonio Besso Marcheis)
Per informazioni sulla call scrivete a: info@landscapefor.eu